Google e Apple sono state entrambe multate dall'autorità italiana garante della concorrenza per "pratiche aggressive" relative all'utilizzo commerciale dei dati.
Apple non è estranea alle indagini antitrust, in particolare come società è stato recentemente multato, insieme ad Amazon, solo un paio di giorni fa in Italia. Ora Apple è stata nuovamente multata per "pratiche aggressive" relative alla vendita dei dati degli utenti, ma questa volta l'azienda è stata multata insieme a Google per gli stessi motivi. Ad entrambe le società è stata comminata una multa di 10 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge italiana.
Lo rende noto l'Agcm, l'autorità garante della concorrenza e del mercato italiana in una dichiarazione che le due società non hanno fornito "informazioni chiare e immediate" su come venivano raccolti e utilizzati i dati degli utenti. Si diceva che quando gli utenti configuravano il proprio account con Google, questo era stato progettato in modo tale da accettare i termini e le condizioni sull'utilizzo dei dati.
Per quanto riguarda Apple, durante la creazione dell'ID Apple, l'autorità di vigilanza italiana ha affermato che agli utenti non veniva data alcuna scelta. È stato anche affermato che agli utenti è stato ripetutamente detto che la raccolta dei dati era necessaria solo per migliorare l'esperienza del consumatore e il loro utilizzo di tali servizi. Inoltre, agli utenti non sarebbe mai stata fornita alcuna indicazione che i dati venissero raccolti e utilizzati per scopi commerciali.
In una dichiarazione a Reuters, Apple ha affermato che fornisce "trasparenza e controllo leader del settore a tutti gli utenti, in modo che possano scegliere quali informazioni condividere o meno e come utilizzarle". Google ha affermato nella sua dichiarazione di aver seguito "pratiche corrette e trasparenti per fornire agli utenti servizi utili, nonché fornire informazioni chiare sui loro utilizzo".
Pochi giorni fa, l’autorità italiana garante della concorrenza ha inflitto ad Amazon e Apple una multa di poco più di 200 milioni di euro in totale per aver cacciato dalla piattaforma Amazon rivenditori selezionati di prodotti Apple. L’accordo tra i due colossi tecnologici risale al 2018. Ha costretto alcuni rivenditori a smettere di usarlo amazon.it per vendere dispositivi Apple e Beats. L'organismo di vigilanza ha affermato che si tratta di una violazione delle norme dell'Unione Europea e che sta influenzando la concorrenza sui prezzi.