Codice open source di Google per le chiamate Wi-Fi

Una delle migliori caratteristiche di un sistema operativo open source come Android è il fatto che agli sviluppatori viene data la possibilità di fare a pezzi il codice fondamentale e ricostruirlo per i propri fini. Ieri Google ha pubblicato l'ultima versione di AOSP, Android-5.1.1_r5, e al suo interno è possibile trovare il codice per supportare le chiamate Wi-Fi, il che potrebbe potenzialmente essere un grosso problema. Bisogna subito però precisare che inizialmente questo non sarà lo straordinario scrigno che molti sperano che sia, e che invece potrebbe rivelarsi piuttosto limitato. Lasciatemi spiegare...

Innanzitutto, non tutti gli operatori supportano le chiamate Wi-Fi. Sprint e T-Mobile negli Stati Uniti lo fanno, ad esempio, insieme a EE nel Regno Unito e una manciata di altri in diversi paesi, quindi se non sei con uno di questi questo non sarà minimamente utile. Gli operatori stessi devono supportare la funzionalità, quindi a meno che qualcuno là fuori non sia molto subdolo, non sarai in grado di trasferire questa funzionalità su un dispositivo su una rete non supportata. In realtà l'attrazione principale per questo codice sarà che gli sviluppatori proveranno a implementarlo su software non ufficiale. Va sottolineato che il codice sorgente è principalmente per il Nexus 6, ma con un po' di fortuna può esserlo implementato su altre ROM stock e basate su AOSP, quindi molti altri potrebbero trarne vantaggio indipendentemente dal proprio telefono preferenza. Gli sviluppatori potrebbero già lavorare per aggiungere questo codice alle loro ROM personalizzate, il che significa che gli utenti di smartphone in cui ciò è già possibile senza rooting e flashing,

come molte ammiraglie recenti, potrebbero finalmente poter usufruire di questa funzionalità oltre al software modificato.

In realtà, tuttavia, ciò di cui molte persone sono più entusiaste è la possibilità di portare le chiamate Wi-Fi su dispositivi che non le supportano ufficialmente, come il Nexus 4 e 5. È qui che le cose si fanno davvero difficili, perché trasferire questa funzionalità su telefoni su cui non è stata progettata per essere implementata rappresenta un compito enorme per gli sviluppatori. Ciò comporterebbe quasi certamente modifiche alle radio, ai kernel e ad altri livelli software profondi, e con ciò si presenta il potenziale di bricking del dispositivo in questione. Tuttavia, la comunità Android è quanto meno piena di risorse e sarà interessante vedere cosa ne sarà di questo codice sorgente. Se vuoi provarci, dai un'occhiata al codice stesso Qui. Buona fortuna!